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titolo Le prime colonie genovesi

alcuni interessi commerciali nel mediterraneo Come già accennato nei precedenti paragrafi, la strategia coloniale genovese non prevede l'occupazione militare di ampi territori ma mira ad ottenere in concessione alcuni quartieri delle città commercialmente e strategicamente più importanti. La dottrina genovese del colonialismo di basso impatto viene dettata dalle mire strettamente economiche delle famiglie genovesi e dall'impossibilità di proteggere costantemente ampie aree con le ridotte risorse militari.

alcuni insediamenti orientali genovesi Le prime colonie derivano dall'impegno in appoggio alle crociate. Le prime concessioni vengono ottenute nelle città di: Gerusalemme, Giaffa, Arsuf, Cesarea, Beyrouth, Loadicea, Acri (1/3 dei proventi del porto), Tripoli (1/3 della città) e Gibelletto ("feudo" degli Embriaci dal 1109 al 1291).

Le crociate mutano i rapporti internazionali tra Costantinopoli e le nazioni cristiane. Naturalmente le spedizioni volte a liberare la Terra Santa vengono viste di buon occhio allontanando la minaccia islamica ma, la nascita di nuovi Regni Crociati ai confini dell'impero porta a privilegiare i rapporti con le Repubbliche Marinare.

Nel 1155 Emanuele Comneno concede un fondaco in Costantinopoli ed alcuni privilegi economici ai genovesi. I privilegi già nel 1156 non vengono mantenuti, Genova nel 1157 e nel 1160 sollecita il rispetto dei patti. Finalmente nel 1162 i privilegi vengono ripristinati e 300 genovesi possono insediarsi nel quartiere di S. Croce. La colonia continua a crescere e nel 1170 incorpora uno scalo ed un fondaco a "Coparia". Nel 1186 il tentativo di riprendere i rapporti interrotti tra Costantinopoli e Genova fallisce.

Solo nell'aprile del 1192 si riesce a raggiungere un accordo con la conferma dei fondaci concessi. Mentre la comunità genovese "marcia" verso la supremazia commerciale a Costantinopoli, le attività corsare di alcuni elementi genovesi causano a tutti il ritiro dei privilegi. Le concessioni vengono nuovamente ottenute probabilmente dopo il pagamento dei danni causati dai pirati.

Nel 1201 il Regno d'Armenia concede alcuni privilegi e molti quartieri ai mercanti genovesi. Già nel 1215 le concessioni vengono notevolmente incrementate.

Nel 1202 Innocenzo III organizza una crociata ma, i veneziani ne distorcono lo spirito e gli obiettivi per motivi esclusivamente politico-economici (interessi economici veneziani e politici di Isacco Angelo). La crociata parte da Venezia sotto la guida del Doge Enrico Dandolo, in otto giorni viene occupata Costantinopoli ed insediato come imperatore Baldovino di Fiandra. Venezia ottiene 1/4 dei territori di tutto l'impero.

L'isola di Candia (Creta) rientra tra i territori assegnati a Venezia nonostante dal 1208 fosse del Conte di Malta Enrico Pescatore di origine genovese. Genova non nega l'appoggio ad Enrico Pescatore e decide la fornitura di uomini, navi e denari. La risposta veneziana consiste nell'invio di una flotta comandata da Ranieri Dandolo. La spedizione si risolve in un insuccesso, la sconfitta viene aggravata dalla cattura del comandante che muore prigioniero.

Nel 1210 Enrico Pescatore giunto a Genova chiede nuovamente aiuto alla Repubblica che si propone come mediatrice con Venezia. La via diplomatica viene scartata dai veneziani costringendo Genova ad appoggiare nuovamente e militarmente il "Conte". Viene approntato un contingente di 8 galee, 1 galeazza (?), 3 navi, 100 cavalli, denaro, armi varie e rifornimenti alimentari.

Venezia considera l'iniziativa come un atto di guerra diretto e questa volta riesce a catturare presso Corfù Leone Vetrano al comando della flottiglia genovese presso Candia. Alla cattura segue l'impiccagione. Solo nel 1212 Lanfranco Rosso e Oberto Spinola, recatisi a Venezia, riescono a ricomporre i dissidi tra le due repubbliche pattuendo una pace triennale.