portale culturale e turistico per Genova e la Liguria
 
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titolo 1097 Dalla prima crociata,
titolo alla nascita del Comune
          23 novembre 2009
          Franco Cardini


Il luglio 1097 segna un punto di partenza: i genovesi sono tra i primi a rispondere all'appello lanciato da papa Urbano II alla fine del novembre 1095. Una flotta composta secondo la tradizione da dodici galee e un 'sandalo' parte da Genova alla volta della Terrasanta. È la risposta all'appello alla prima crociata che allora, naturalmente, nessuno sapeva fosse tale. I genovesi hanno quindi il primato tra le città italiche per quanto riguarda la partecipazione alla spedizione che si conclude nel 1099 con la conquista di Gerusalemme. Ma l' evento è importante anche come punto d'arrivo di una lunga storia cittadina: l'emergere del libero Comune genovese, l'elaborarsi di una nascente potenza marittima tirrenica e mediterranea, il costituirsi di un ceto dirigente attorno alla nuova istituzione della Compagna Communis, come fu chiamata l'organizzazione territoriale di Genova nel Medioevo. La memoria di quella lontana epopea – legata all'eroe Guglielmo Embriaco e all'arrivo in città di prestigiose reliquie – e la fondazione di una cronistica genovese con Caffaro di Caschifellone, avventuriero e scrittore, corrisponde a una delle pagine più intense e significative della storia medievale italiana, europea e mediterranea.

Franco Cardini autore
insegna Storia Medievale all'Università degli studi di Firenze        

13 11 2009 data

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titolo 1261 Genova nel mondo:
titolo il trattato di Ninfeo
          30 novembre 2009
          Michel Balard


1256, Acri, in Palestina: in città scoppia la guerra tra genovesi da una parte, veneziani e pisani dall'altra. Due anni dopo Genova perde la base per i suoi commerci. Inizia allora trattative con Michele VIII Paleologo, che mira a restaurare l'impero nella sua vera sede, Costantinopoli. Guglielmo Boccanegra, capitano del popolo, manda ambasciatori presso l'imperatore greco e stipula a Ninfeo un trattato innovativo di alleanza contro Venezia: Genova offre la sua collaborazione militare e navale per restaurare l'impero greco a Costantinopoli, mentre Michele Paleologo promette in cambio ai suoi alleati liguri il quartiere occupato dai veneziani nella capitale, il possesso di Smirne e il passaggio attraverso gli stretti verso il Mar Nero. Nel luglio 1261, prima dell'arrivo delle navi genovesi, Michele Paleologo conquista Costantinopoli ma mantiene i suoi impegni nei riguardi dei genovesi, che distruggono con festosa brutalità il palazzo veneziano. Il capolavoro politico e diplomatico di Boccanegra apre un nuovo episodio dell'espansione genovese in Oriente: nel 1267 Genova si insedia a Pera, crea nuove colonie in Crimea, alle foci del Danubio e del Don, ha garantita l'apertura del Mar Nero. Il trattato di Ninfeo dà il via al 'volo del Grifo'.

Michel Balard autore
è professore emerito all'Università di Paris - I Panthéon - Sorbonne        

13 11 2009 data

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titolo 1407 La fondazione del Banco
titolo di San Giorgio
          14 dicembre 2009
          Giuseppe Felloni


Le guerre con Venezia hanno prostrato le finanze pubbliche genovesi. Per superare una situazione di sostanziale bancarotta, nel 1405 il governatore francese promuove una riforma radicale del debito pubblico che si conclude nel 1407 con la creazione di un ente autonomo. Nasce così la Casa delle compere di San Giorgio, alla quale quasi tutti gli antichi creditori accettano di trasferire i propri diritti, sia pure ridimensionati. L'anno dopo, per facilitare le operazioni finanziarie in un momento in cui l'Europa è afflitta dalla scarsità di monete metalliche, la Casa apre un banco di deposito, giro e credito, in assoluto il primo del suo genere nella storia finanziaria. Nei decenni seguenti, la Casa delle compere e dei banchi di San Giorgio assorbe anche i prestiti pubblici rimasti estranei alla riforma del 1407 e il suo ruolo cresce continuamente. La mole ingente dellerisorse finanziarie da essa gestite ne fa l'interlocutore esclusivo (ma non giugulatorio) dello Stato, cronicamente bisognoso di denaro, dal quale ottiene in cambio nuovi introiti fiscali e persino la sovranità su estese porzioni del suo territorio. L'attività bancaria si interrompe nel 1445 ma riprende con maggior vigore nel 1531, aprendo la strada all'istituzionedi analoghi banchi pubblici in Italia (dal 1573) e all'estero (dal 1609).

Giuseppe Felloni autore
è professore emerito dell'Università degli studi di Genova        

13 11 2009 data

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titolo 1547 La congiura Fieschi
          11 gennaio 2010
          Arturo Pacini


Come nessun altro episodio della vicenda di Genova nell'età moderna, il tradimento e la tragica fine del conte Gian Luigi Fieschi hanno attratto l'attenzione non solo degli storici, ma dei letterati, dei polemisti, degli uomini di cultura in genere. Nel corso dei secoli, la congiura è divenuta oggetto di narrazioni storiche, di testi teatrali e letterari, e nell'Ottocento di interessanti edizioni di documenti. Oltre che all'importanza dell'evento nell'Italia del Cinquecento, la fortuna è legata al fatto che la congiura ha i 'tempi del dramma'; gli 'ingredienti' e i protagonisti sono quelli classici di una tragedia rinascimentale, adatti a stimolare la fantasia popolare e a solleticare poi la sensibilità romantica. Ma la congiura Fieschi può essere anche un'utile cartina al tornasole per interpretare le linee fondamentali dell'evoluzione politica, economica e sociale della città in un secolo di straordinari cambiamenti. Come in tutte le fasi di rapida e intensa evoluzione, per gli attori in campo le trasformazioni comportano lenti adattamenti ma anche rovinose sconfitte e sfolgoranti vittorie: Genova ne emerge come una delle poche città italiane capaci di conservare le proprie istituzioni repubblicane e come una potenza mondiale in campo finanziario.

Arturo Pacini autore
insegna Storia moderna presso l'Università degli studi di Pisa        

13 11 2009 data

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titolo 1684 La Repubblica sfida
titolo il Re Sole
          18 gennaio 2010
          Carlo Bitossi


Tra il 18 e il 29 maggio 1684 Genova subisce un pesante bombardamento, intervallato da alcuni tentativi da Luigi XIV. È un'aggressione a freddo, malamente mascherata da pretesti che non convincono nessuno nelle cancellerie d'Europa. L'azione mira a costringere Genova ad abbandonare il tradizionale orientamento filospagnolo per diventare un satellite della Francia. Il governo della Repubblica accetta la sfida: resiste al bombardamento e respinge gli sbarchi. Nei mesi seguenti cerca persino di contrattaccare. Ma presto la sproporzione delle forze lo costringe a chiedere una pace all'apparenza umiliante (il doge e quattro senatori devono recarsi a Versailles a presentare le scuse), che tuttavia salvaguarda l'indipendenza di Genova. Nei decenni seguenti gli sviluppi della grande politica europea finiscono paradossalmente col fare proprio della Francia, in maniera indolore e con vantaggio per i genovesi, una delle potenze di riferimento della Repubblica. Il bombardamento ferisce il tessuto urbano cittadino, è al centro dei commenti di tutte le diplomazie, ha echi nella cultura del tempo, mette allo scoperto i nervi della società genovese e contribuisce a orientarne le trasformazioni.

Carlo Bitossi autore
insegna Storia moderna presso l'Università degli studi di Ferrara        

13 11 2009 data

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titolo 1746 La rivolta antiaustriaca
titolo e Balilla
          25 gennaio 2010
          Giovanni Assereto


Impegnatasi, dopo oltre due secoli di neutralità, nella guerra di successione austriaca a fianco della Francia e della Spagna, la Repubblica di Genova va incontro nel 1746 a un'occupazione della capitale, tanto umiliante quanto onerosa, da parte delle truppe imperiali. Mentre i governanti si piegano a tutte le richieste del nemico, il 5 dicembre la plebe dà il via a una furiosa rivolta. Nel giro di sei giorni, caccia gli occupanti e crea una sorta di governo parallelo, l'Assemblea del popolo. Su Genova convergono gli sguardi di mezza Europa. Affascinati dal coraggio dei genovesi, politici e intellettuali si interrogano sul contrasto apertosi tra la viltà dell'aristocrazia al potere e l'eroismo del popolo: se la nobiltà non ha difeso la patria e si è mostrata indegna del proprio ruolo, non toccherà dunque al popolo assumerne l'eredità? Ben presto il patriziato riesce a riprendere il controllo della situazione e ad accreditare, con un'abile operazione 'mediatica', una visione unitaria della rivolta. Ma, un secolo dopo, i fatti del 1746 torneranno a caricarsi di un nuovo valore simbolico nel quadro del Risorgimento nazionale: verrà allora 'inventata' la figura di Balilla, destinata a divenire un topos dell'immaginario nazionale e un'ossessione degli storici genovesi.

Giovanni Assereto autore
insegna Storia moderna presso l'Università degli studi di Genova        

13 11 2009 data

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titolo 1849 Contro i Savoia
          1 febbraio 2010
          Bianca Montale


L'insurrezione di Genova del marzo-aprile 1849 è l'epilogo di una fase di entusiasmi, di speranze e di delusioni. Il rapporto tra quella che è stata per secoli una repubblica indipendente e la dinastia sabauda è stato,a partire dal 1815, non facile. Con la forzata annessione a un regno di Sardegna tradizionalmente nemico, in una situazione economica difficile, l'adeguamento alle rigide regole di uno Stato assoluto è lento e non privo di riserve. Anche quando con le prime riforme civili il clima è sensibilmente mutato, Genova è rimasta città irrequieta, all'avanguardia nel chiedere più ampia libertà, e motivo di continue preoccupazioni per il governo di Torino. I genovesi mal sopportano l'essere piemontesi, ma aspirano, con orizzonti più vasti, ad essere italiani: per questo, a partire dal 1846 e più nel 1848, ritrovano simpatie e convergenza con Torino in vista della guerra all'Austria. Ma con il fallimento - per taluni tradimento – dei moti, esasperazione e protesta prendono il sopravvento fino all'esplosione rivoluzionaria del 1849 e alla durissima repressione: un trauma che lascia, nel decennio successivo, una traccia profonda. Soltanto l'avvio del processo unitario contribuisce a mutare sensibilmente l'opinione pubblica genovese.

Bianca Montale autore
ha insegnato Storia del Risorgimento presso        
l'Università degli studi di Genova        

13 11 2009 data

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titolo 1872 I funerali di Mazzini
          8 febbraio 2010
          Sergio Luzzatto


Rivoluzionario di professione, Giuseppe Mazzini muore a Pisa da clandestino, il 10 marzo 1872. Appena sette giorni dopo, Genova ospita i suoi grandiosi funerali. Un'impressionante manifestazione di popolo, decine di migliaia di persone accalcate lungo il percorso del feretro dalla stazione ferroviaria alla collina del cimitero, da piazza dell'Acquaverde a Staglieno. Quei funerali di massa significano tante cose: la resistenza dell'ideale repubblicano nell'Italia dei Savoia trionfanti; la vitalità della Genova operaia e democratica, pur nella crisi del movimento mazziniano; l'avvento di una moderna politica dell'immagine, o forse già dello spettacolo. In effetti, i funerali di Mazzini sono straordinari anche perché il cadavere è stato sottoposto a un trattamento particolare di imbalsamazione, la pietrificazione. I mazziniani volevano trasformare i resti del leader in "un monumento di continua rivelazione": un corpo-statua, da venerare religiosamente. Così, ritrovando la Genova del 17 marzo 1872 ci si scopre ben dentro una storia italiana (molto italiana) di leader carismatici, santi laici meravigliosi crismi e ineffabili carismi.

Sergio Luzzatto autore
insegna Storia moderna presso l'Università degli studi di Torino        

13 11 2009 data

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titolo 1915 Interventismo e cannoni
          15 febbraio 2010
          Antonio Gibelli


Il 5 maggio del 1915 Genova è teatro di un evento chiave della battaglia per portare il paese in guerra. Nel corso delle celebrazioni per l'inaugurazione del monumento ai Mille, presso lo scoglio di Quarto, Gabriele D'Annunzio pronuncia un'orazione di grande effetto davanti a un pubblico acclamante giunto sul posto dopo un imponente corteo cittadino. L'oratoria dannunziana e la coreografia della cerimonia, caratterizzata da una non trascurabile presenza popolare e dalla saldatura tra tradizioni garibaldine e opzioni nazional-patriottiche, forniscono uno dei primi esempi di nazionalizzazione delle masse attraverso una nuova estetica della politica. Le vicende del 'maggio radioso' segnano la conquista della piazza da parte delle forze nazionaliste e contribuiscono a far precipitare la decisione dell'intervento: una decisione, anzi un azzardo che ha enormi conseguenze per la futura crisi dello Stato liberale e l'avvento del fascismo. Non solo questo fa però Genova protagonista della Grande Guerra: l'Ansaldo è una delle principali aziende mobilitate nello sforzo bellico, rappresentata come salvatrice della Patria per l'eccezionale sforzo produttivo nel campo delle artiglierie, in un mito di cui la stessa azienda è artefice e al quale ancora una volta D'Annunzio dà il suo contributo.

Antonio Gibelli autore
insegna Storia contemporanea presso        
l'Università degli studi di Genova        

13 11 2009 data

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titolo Le "Lezioni di Storia"
"Ognuno prevede o tenta di prevedere il futuro. E' parte della vita, degli affari interrogarsi su quel che il domani porterà, fin dove è possibile ognuno ci prova. Ma il processo di previsione del futuro deve necessariamente basarsi sulla conoscenza del passato. Ciò che accadrà deve avere alcune connessioni con ciò che è già accaduto. E' questo il punto in cui interviene lo storico. Il quale non persegue il profitto, nel senso che il suo mestiere non consiste nel mettere a frutto la propria conoscenza per garantirsi dei guadagni. Ciò che lo storico può fare è tentare di analizzare quali parti del passato sono importanti, quali sono le tendenze e quali i problemi. Dunque entro certi limiti, noi dobbiamo fare uno sforzo di predizione, ma essendo consapevoli del rischio di scimmiottare la preveggenza". Questa è la storia secondo Eric J.Hobsbawm, uno tra i più autorevoli storici del nostro tempo. E questa è la sfida del ciclo Lezioni di Storia ideate e progettate da Laterza.

Grandi studiosi raccontano con un linguaggio accessibile a tutti le date cruciali del nostro passato la cui scelta è strettamente legata alle ripercussioni che le vicende accadute in quei singoli giorni o in quel singolo luogo, hanno avuto sul mondo e sul futuro di ieri, che altro non che è il nostro mondo di oggi.

Lo scorrere delle date ci aiuterà, a capire in cosa affondano le nostre radici e quanto complessa e stratificata sia la nostra identità. E' dalla curiosità che nasce il lavoro dell'editore. E dalla curiosità nascono forti passioni. E' forse questa la ragione del grande successo di pubblico delle nostre Lezioni di Storia.

13 11 2009 data